L’inconscio ericksoniano

kunstformen 00261

Quante volte ci capita di pensare: “Non intendo andare in ansia durante il colloquio o l’interrogazione!” oppure “Ho deciso che oggi fumerò soltanto tre sigarette”, per poi scoprire di non riuscire a mantenere il proposito?

Nello stesso modo, è possibile che si sia provato in molti modi a risolvere un problema di natura psicologica, senza però esserci riusciti. Ciò accade perché esiste qualcosa di più forte della nostra volontà, e questa cosa è l’inconscio.

L’inconscio a cui facciamo riferimento è quello descritto da Milton Erickson, secondo il quale la parte inconscia della nostra mente è una riserva di risorse e possibilità, sede di passati apprendimenti e nuove soluzioni.

Il fatto di disporre di tali risorse senza riuscire a utilizzarle è di sicuro, e comprensibilmente, l’aspetto che causa maggiore sofferenza. D’altra parte, il fatto che il sintomo sia “disturbante” è un segnale positivo, perché indica la presenza di risorse: in altri termini, noi sappiamo che potremmo “stare” diversamente.

Di conseguenza, ciò che le persone chiedono è che queste risorse inconsce possano diventare fruibili, utilizzabili. Il terapeuta non può risolvere il problema della persona, può però aiutarla a mettersi in condizione di risolverlo da sé.