La psicoterapia ipnotica è cosa diversa dall’ipnosi, che non è terapeutica in sé. La trance consiste in uno stato di profondo rilassamento, accompagnato da una modifica dell’attenzione che si rivolge verso l’interno, come quando andiamo a dormire e, isolandoci gradualmente dall’ambiente esterno, ci lasciamo trasportare verso il sonno.

Mentre il paziente raggiunge questo stato, il terapeuta parla alla sua mente inconscia, e lo fa utilizzando un linguaggio metaforico, ricco di immagini come lo sono i sogni, e come si suppone lo siano i processi di elaborazione inconscia, ed è questa comunicazione che rende l’ipnosi terapeutica.

Il paziente non deve fare nulla di particolare, non dovrà neppure sforzarsi di seguire le parole del terapeuta perché, mentre questi parla alla sua mente “procedurale”, sarà il suo inconscio a decidere cosa può essere utile o significativo e cosa, invece, tralasciare. Si tratta di una modalità di elaborazione qualitativamente diversa da quella conscia, o “dichiarativa”: una modalità di cui noi tutti disponiamo, e che può essere stimolata attraverso il procedimento descritto.

Non c’è un modo “giusto” di andare in trance, ciascuno ha il proprio, e di solito lo si scopre mano a mano che si procede con il trattamento. E’ probabile che alcuni, piccoli cambiamenti si verifichino fin da subito: non è la risoluzione definitiva, naturalmente, ma il segno che si è imboccata la strada giusta.

E’ anche possibile che, durante le prime induzioni, la persona si senta semplicemente molto rilassata. Di solito, non si ha molta voglia di parlare quando si è in trance ma, se se ne sente il bisogno, lo si può fare in qualsiasi momento, così come ci si può muovere per cercare una posizione magari più confortevole.

Ciascuno è libero di trovare il proprio personale modo di abbandonarsi, udendo le parole del terapeuta ma senza sforzarsi di ascoltarle, poiché sarà il suo inconscio a decodificarle e utilizzarle in funzione di ciò che gli serve in quel momento…

In questo senso, la psicoterapia ipnotica “può essere vista come un modo di accedere all’inconscio: un processo naturale, simile al rilassamento o al sognare a occhi aperti, che facilita l’adozione di un diverso punto di vista, e che può condurre a soluzioni inedite o a una nuova consapevolezza.” [Thomas Lemmon, “Accessing the unconscious in counselling”, Healthcare Counselling & Psychotherapy Journal, Jul 2013, Vol. 13, Numb 3]